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Mimmo Costanzo Tecnis SpA

lunedì 19 settembre 2011

Protagonisti all'Energy Summit di Milano


Dal sito Cogip un della sezione newshttp://www.blogger.com/img/blank.gif

Cogipower presente all'Energy Summit
La B.u. Energie rinnovabili di Cogip partner dell'evento del Sole-24Ore



Innovazione, sostenibilità ambientale e ottimizzazione industriale: la tecnologia al servizio dell'impresa
Giunge all'undicesima edizione l'Italian Energy Summit, appuntamento annuale del Sole 24 ORE che annovera tra i suoi relatori gli esponenti più autorevoli dei player del settore energetico e i rappresentanti delle associazioni più influenti. Attraverso specifiche sessioni tematiche, l'evento, in programma a Milano dal 26 al 28 settembre, analizzerà il panorama italiano e internazionale che caratterizza il mercato energetico.

Mimmo Costanzo, Ceo di Cogip, parteciperà come relatore a una tavola rotonda dell'Energy Summit
MARTEDÌ 27 SETTEMBRE POMERIGGIO
EFFICIENZA ENERGETICA E OTTIMIZZAZIONE DEI CONSUMI IN AZIENDA:
UNA LEVA STRATEGICA NELLA GESTIONE DI IMPRESA
Modera i lavori:
Maurizio Melis, Conduttore MrKilowatt – Radio 24, Il Sole 24 ORE
14.30 Migliorare l'efficienza energetica del 20%: cosa cambia per il sistema italiano?
Roberto Malaman, Direttore Generale, Autorità per l’energia elettrica e il gas
14.50 Smart grid: il ruolo dell’ICT
Renato Sanna Energy Consultant SELEX Elsag
15.20 Competitività, tutela ambientale ed efficienza energetica: fare nuova impresa in una green region L’esperienza dell’Alto Adige
Ulrich Stofner, Direttore Business Location Südtirol – Alto Adige (BLS)
15.40 TAVOLA ROTONDA
Innovazione, sostenibilità ambientale e ottimizzazione industriale: la tecnologia a servizio dell’impresa
Massimo Bertoncini, Responsabile Area Ricerca "Energy Saving & Green IT" Engineering
Stefano Besseghini, Amministratore Delegato RSE
Danilo Bonato, Direttore Generale, ReMedia
Massimo Comina , Director of Power Distribution Business Prysmian Group
Mimmo Costanzo, CEO Cogip
Walter Facciotto, Direttore Generale Conai
Carlo Leoni, Responsabile ambiente e attività sportive Peugeot Automobili Italia
Massimo Rosini, Direttore Tecnico e Industriale, Indesit Company
Marco Tecchio, Amministratore Delegato Elettronica Santerno
17.15 CONCLUSIONI
Efficienza energetica e politiche nazionali verso il 2020: quali prospettive?
Alessandro Clerici, Chairman Studying Group Energy Resources and Technology WEC
17.30 Chiusura del Summit

Il nostro gruppo nel Mediterraneo


Dalla rassegna stampa del sito Cogip vi segnalo un'intervista sull'internazionalizzazione delle aziende siciliane.



"Grandi opportunità per le aziende che vogliono crescere"
L'esperienza di Mimmo Costanzo, catanese che guarda ai mercati del Mediterraneo

I dubbi sono soltanto di Google. Il poderoso motore di ricerca, tra i milioni di dati elaborati in mezzo secondo, non contempla la possibilità che da Catania qualche imprenditore possa essere andato in Libia a verificare opportunità di investimenti e sviluppo. «Forse cercavi investitori "cinesi" in Libia»? chiede Google. Ma poi, bastano un paio di ormai vecchie ma sempre efficaci telefonate, per stendere al tappeto la ricerca via web. Gli imprenditori catanesi che hanno puntato ai Paesi del Mediterraneo, e tra questi la Libia, per cercare nuove opportunità non mancano. Uno è Mimmo Costanzo, a capo della Tecnis, una società che opera nel settore delle imprese di costruzioni generali e di ingegneria general contracting. Il core business di Tecnis è l'area delle grandi infrastrutture a livello nazionale e internazionale: viabilità, opere marittime, ponti, gallerie, ferrovie ed edilizia specialistica. Il gruppo ha intrapreso un percorso di internazionalizzazione verso nuovi mercati con la costituzione di società nell'Est dell'Europa e, appunto, nell'area del Maghreb.

«Siamo in Libia già da un anno e mezzo – spiega Mimmo Costanzo – dove abbiamo costituito una società e aperto un ufficio. Siamo lì perché lo riteniamo naturalmente un Paese molto interessante, con molte opportunità di lavoro. Occorrono molte infrastrutture; è un Paese parecchio arretrato rispetto a quelli con i quali vuole confrontarsi in quell'area».

E non deve essere nemmeno un Paese "facile", nemmeno in tempi di pace. Come vi siete mossi?

«L'approccio è sempre di natura industriale: organizzare l'ufficio, conoscere i costi delle materie prime, preparare le offerte, confrontarsi col mercato... Ed è quello che abbiamo fatto con il nostro direttore commerciale estero, col responsabile locale. Abbiamo anche già partecipato a una gara per un lotto di quella famosa autostrada che il Governo si è impegnato a finanziare come risarcimento

alla Libia».

Finché un giorno, guardando il telegiornale...

«...abbiamo scoperto che la zona era "calda". Noi tra l'altro avevamo un lavoro in corso già in Tunisia. Insomma, sono stati mesi difficili. Certo, l'assenza di democrazia era piuttosto evidente, ma non avevamo mai notato segnali di una possibile rivolta. Cominciata la rivolta è però subito scattato il rientro. Il Governo italiano è stato bravissimo, tutto è stato organizzato bene. Noi abbiamo fatto rientrare anche i nostri dipendenti, venticinque, che erano in Tunisia oltre ai tre dell'ufficio libico. In Tunisia siamo poi ritornati nel giro di poche settimane».

E la Libia?

«Aspettiamo che la situazione si normalizzi. Intanto la nostra sede è ancora in piedi e gli uffici sono perfettamente agibili, e questa è già una buona notizia. I nostri progetti restano immutati. Le prospettive sono sempre buone. E poi siamo in qualche modo costretti a rimanere perché in Italia il mercato si sta restringendo e le risorse per le infrastrutture si stanno riducendo e se vogliamo mantenere i ritmi di crescita non possiamo non puntare a un'espansione all'estero».

Lei consiglia ai suoi colleghi imprenditori di tenere comunque d'occhio il mercato libico?

«Io consiglio agli imprenditori di tenere d'occhio i mercati del mondo, Africa compresa che, tra l'altro, è piuttosto vicina. E poi, Catania non si candidava ad essere capitale del Mediterraneo? È il momento. La Libia ha bisogno di ricostruire e le risorse non mancano. Ci vanno i grandi gruppi, perché non possiamo andarci noi? Abbiamo tecnologia e conoscenze. La creatività non ci manca. Certo, avessimo alle spalle un minimo di sostegno del governo nazionale o regionale o una politica di sviluppo che favorisca non solo i "colossi" già consolidati ma anche i gruppi che vogliono crescere...».

Giuseppe Farkas

La missione del siciliano


Dalla sezione rassegna stampa del sito Cogip , vi invito a leggere un articolo a cui personalmente tengo molto. Si tratta di un reportage realizzato dal Süddeutsche Zeitung, giornale tedesco a tiratura nazionale, sulla mia storia personale e imprenditoriale. Di seguito la traduzione dell'articolo.





La missione del siciliano

L'imprenditore Mimmo Costanzo di Catania fa furore nel Nord Italia con affidabilità e efficienza

Il saluto non era molto accogliente. Quando Mimmo Costanzo, imprenditore nel settore delle costruzioni, della città siciliana di Catania, 1.300 km lontano da casa sua, a Nord, nel Veneto, ha vinto un appalto per costruire un ponte sul fiume Piave, lì il Consiglio comunale gridava «La mafia prende con forza gli appalti». I titoli della stampa regionale erano simili. Il siciliano non poteva aspettarsi di essere accolto a braccia aperte nell'hinterland veneziano. Qui governa la Lega Nord e l'odio del partito per gli stranieri – se meridionali o africani non cambia nulla – avvelena l'ambiente. Costanzo risponde a modo suo: «Quello che conta, sono i fatti», dice l'imprenditore oggi, col senno di poi. Si riferisce al suo lavoro. E proprio con questo ha convinto la gente del Piave.

La sua azienda lavorava anche di notte. Questo ha convinto gli enti appaltanti

Nel 2006, a San Donà non c'era bisogno di tale arroganza. La costruzione del ponte si trascinava da 11 anni. Da 4 anni il cantiere era orfano, perché l'azienda incaricata era fallita. Tipico dell'Italia. Ora entrava in gioco la Tecnis di Costanzo, che ha costruito nello spazio di un anno un ponte di 512 metri di acciaio e cemento. I veneziani potevano vedere brillare anche di notte i fiumi di scintille della saldatura, di giorno la gente correva al fiume per vedere la più grande gru d'Italia in azione. Così Costanzo ha vinto subito il successivo contratto nel paese della Lega.

Un anno fa, le sue squadre di costruzione sono arrivate sulla A3 Salerno-Reggio Calabria – uno dei più grandi progetti d'infrastruttura Italiana, da sempre incompito. Da 40 anni il collegamento alla Sicilia è uno dei cantieri da sempre «in costruzione» più «malfamato» – e la 'Ndrangheta ci guadagna bene. L'ente appaltante Anas ha affidato alla Tecnis la modernizzazione di 22 km di autostrada con 9 gallerie. «Abbiamo lavorato su 20 fronti simultaneamente», dice il fondatore della Tecnis. Ora il tratto è completato. La puntualità è un fattore decisivo per Costanzo per il successo della sua azienda. «Solo così miglioro la nostra reputazione e abbasso i costi».

Oggi i siciliani come Costanzo si incontrano sempre più spesso. Il maratoneta di Catania è un esempio tipico per la nuova generazione di giovani aspiranti imprenditori che non accettano la passività, l'autocommiserazione e i legami con la mafia delle generazioni precedenti. «Invece di piangerci addosso, preferiamo rimboccarci le maniche», dice Costanzo. Invece di chiedere sovvenzioni statali, lui consiglia ai colleghi di esplorare nuovi mercati fuori dalla Sicilia. Questo, al 49enne, è riuscito alla grande. Nel 1999, il laureato in Economia fonda insieme a un ingegnere l'azienda Tecnis. Oggi, la più grande azienda di costruzioni in Sicilia produce l'80% del suo fatturato totale di 300 milioni di euro fuori dall'isola.

La Tecnis costruisce con i suoi 1.500 dipendenti strade, ponti, gallerie, porti e ospedali in Italia e all'estero, soprattutto nel Maghreb. Per Costanzo, l'Africa è un mercato per fare crescere la sua azienda. La sua storia incoraggia. Laureato, inizia nell'azienda familiare, che opera da tre generazioni nel settore della commercializzazione di prodotti e servizi energetici. All'inizio degli anni 90 viene eletto presidente dei Giovani industriali della Confindustria della sua città di Catania. Nel 1993 il sindaco di Catania, Enzo Bianco, chiama il 31enne nella Giunta comunale e gli affida la posizione di assessore al Bilancio, al Commercio e allo Sviluppo economico. Costanzo è ancora oggi entusiasta di quel «periodo bellissimo». All'epoca, Catania stava cambiando molto: una classe di politici corrotti era appena stata licenziata e alcuni cittadini di Catania avevano preso posto nel governo della città. Costanzo ha spinto in particolare il risanamento del bilancio e si è occupato del sostegno a nuove imprese e investitori. In Italia si parlava della «Primavera catanese». E Costanzo rincomincia nell'azienda familiare: suo padre aveva rilevato una piccola azienda specializzata nei lavori stradali. L'azienda aveva il know-how necessario, ma pochi contratti e una serie di debiti. C'era bisogno di un risanatore, e il padre affida il compito a suo figlio. Dopo 4 anni l'azienda è risanata. In quel periodo, Costanzo rivede un vecchio amico e insieme decidono di entrare nel settore costruzioni e infrastrutture. Il settore e la missione li attirano, racconta Costanzo.

Lui considera la carenza di infrastrutture e il grande gap rispetto al Nord Italia come il più grande ostacolo per il Sud. Per Costanzo, fare l'imprenditore significa anche assumere una responsabilità sociale. Dalla piccola azienda specializzata nei lavori stradali nasce nel 1999 la Tecnis, la quale cresce velocissimamente.

La Sicilia è allo stesso tempo la croce e l'orgoglio del imprenditore. Tutto qui risulta difficile. Superare gli ostacoli burocratici, assorbire i maggiori costi, combattere l'intreccio tra mafia, politica e economia rendono difficile lo sviluppo del libero mercato.

Però, Costanzo riconosce al suo Paese molti vantaggi di cui non vorrebbe fare a meno, pur vivendo da un anno con la famiglia a Roma. A oggi, la Sicilia possiede un'alta «cultura delle costruzioni»; inoltre dispone di straordinari lavoratori che hanno sviluppato una forte carattere come conseguenza del difficile ambiente in cui sono cresciuti.

Costanzo non lotta da solo. Gli imprenditori siciliani si difendono fortemente contro lo strangolamento della mafia. Persone come l'imprenditore e presidente degli industriali regionali Antonello Montante o ancora il ristoratore Vincenzo Conticello si sono opposti al terrore del pizzo di Cosa Nostra. Oggi sono simboli della rivolta contro la mafia e vivono sotto la protezione della polizia. Gli imprenditori siciliani hanno votato un codice etico che impone l'esclusione dall'associazione delle persone che collaborano con la Mafia. «La rivolta di 6 anni fa ha cambiato il mondo», dice Costanzo.

Lui, che è nato e cresciuto come figlio di un imprenditore, conosce bene il clima della paura. Oggi, la gente si è fatta coraggio, dice lui. Questo è grazie alla giustizia che lotta con successo contro la criminalità organizzata e che assiste gli imprenditori e li difende quando denunciano ricatti. «Abbiamo capito che senza una liberazione dalla mafia, la Sicilia non avrà mai un vero sviluppo economico», dice Costanzo.

lunedì 5 settembre 2011

Direttamente dalla sezione news del sito Cogip, vi segnalo la photogallery del cantiere Asr20, un "gioiello" di tecnologia e un esempio di riduzione dell'impatto ambientale, il tutto grazie all'energia e alla competenza degli uomini del gruppo Cogip. Le immagini che vedrete linkando il sito sono state scattate durante un sopralluogo. E l'autrice è una "fotoreporter" d'eccezione..