Benvenuti nel mio blog

Mimmo Costanzo Tecnis SpA

domenica 30 gennaio 2011

L'Italia degli innovatori: un motore che riparte

Dalle news del sito dell'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la sintesi di un'interessante iniziativa.
Dopo il primo appuntamento di Venezia nello scorso ottobre, gli innovatori italiani chiamati di nuovo a raccolta dall’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, questa volta a Milano, ospiti dell’Aula magna UniCredit. L’occasione è stata data dalla riproposizione per il 2011 del progetto “Italia degli Innovatori, il cui bando è stato già pubblicato con termini di partecipazione che scadono il 28 febbraio. I lavori si sono svolti nel corso dell’intera giornata. La mattinata, coordinata dal direttore generale dell’Agenzia Mario Dal Co, è stata dedicata alla presentazione di Italia degli innovatori 2011 e all’approfondimento delle grandi potenzialità dei progetti innovativi in ambito pubblico. Il pomeriggio ha visto due tavole rotonde dedicate rispettivamente ai modelli organizzativi dell’innovazione e alla stretta connessione che lega oramai in modo indissolubile innovazione ed internazionalizzazione. Antonio Cianci – responsabile del progetto “Italia degli Innovatori” – ha concluso i lavori. Partendo dal successo della scorsa edizione di “Italia degli Innovatori”, svoltasi nel 2010 presso l’Expo di Shangai 2010, con risultati pratici a favore delle imprese che hanno confermato al Ministro per la P.A. e per l’Innovazione Renato Brunetta, primo ideatore dell’iniziativa, l’esigenza di chiedere all’Agenzia di rendere strutturale e permanente tale modello, Davide Giacalone – Presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione – ha esordito nella sua relazione introduttiva evidenziando che “ La presenza italiana all’Expo 2010, che si è tenuta a Shanghai, è stata un successo ed è avvenuta con caratteristiche nuove: 1.nessuna sovvenzione ai privati coinvolti; 2. nessuna difficoltà burocratica, perché ciascuno segnala se stesso e chi organizza verifica l’interesse della controparte per questo o quel prodotto; 3. in un Paese complicato anche il più piccolo degli imprenditori si siede davanti al potenziale partner, magari un gigante, con al fianco il proprio governo; 4. niente fronzoli cerimoniali, ma dritti al punto del confronto fra iniziative di mercato e loro possibili alleanze e sinergie.” Giacalone ha proseguito l’analisi osservando che solo così “ è stato possibile far entrare nel mercato cinese soggetti che, probabilmente, avrebbero considerato difficile anche solo viaggiarvi per tempo libero. Da parte dello Stato s’è messa in campo un’iniziativa a costi bassissimi, ma capace di portare a grandi risultati.” L’opera dell’Agenzia non si è interrotta con la conclusione di Shangai, ma è proseguita immediatamente dopo e Giacalone ha osservato che, in assenza delle facilitazioni proprie di un’Expo “si devono costruire sedi efficienti e organizzare incontri tematici. Per questo abbiamo dato vita in Cina ad un centro per lo scambio tecnologico cui seguiranno sedi analoghe per l’e-government e per il design. Attorno a questi centri è stata tessuta un’adeguata rete di sostegno.” Giacalone ha concluso la prima parte del suo intervento annunciando che “ Poiché il progetto funziona abbiamo immaginato d’allargare, oltre alla Cina, l’esperienza ad altri Paesi: Russia, Brasile e Messico, con cui nel 2011 sono già in programma scambi culturali. Altri seguiranno. Una formula, insomma, che ci sembra degna d’attenzione da parte del Paese.” Il resto della relazione di Giacalone è stata dedicata alle grandi potenzialità rappresentate dalla necessità di diminuzione e riqualificazione della spesa pubblica, rappresentando l’innovazione tecnologica la grande opportunità di migliorare il livello dei servizi attualmente erogati. In tale ottica, l’approfondimento sul tema delle opportunità per l’innovazione in ambito sanitario è stato svolto dalla relazione di Alberto Mingardi – direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni – e del prof. Cesare Greco, mentre di innovazione nel nostro sistema di istruzione ha trattato la relazione di Daniele Checchi – Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano. Renzo Turatto – Capo Dipartimento Innovazione del Ministero per la P.A. – ha poi analizzato in dettaglio l’esperienza di Expo Shangai 2010. Federico Ghizzoni – Amministratore Delegato UniCredit – a margine della firma del protocollo d’intesa tra Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione e UniCredit, con il quale ci si impegna a sostenere le imprese a maggiore potenzialità innovativa sui mercati emergenti – ha osservato “Mai come oggi il made in Italy è apprezzato all’estero e nei paesi emergenti. se riusciamo ad avere un approccio innovativo l’Italia conferma grandi potenzialità”. Le tavole rotonde del pomeriggio hanno visto gli interventi di Elita Schillaci – Università di Catania, Roberto Callugi – Camera di Commercio di Milano, Marco Cantamessa – Politecnico di Torino, Alessandro Giari – presidente APSTI, Amedeo Giurazza – Vertis Sgr, Antonio Quartu – Regione Sardegna, Luigi Rossi Bernardi – Comune di Milano, Giovanna Talocci – ADI, Carlo Fornaro – Telecom Italia, Anna Gervasoni – AIFI, Alessandro La Porta – UniCredit, Livio Scalvini – Intesa Sanpaolo, Antonio Sfameli – Ericsson.

Marcegaglia: uniti per uscire dalla crisi

Dal Sole24Ore del 27 gennaio 2011 un intervento del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che vi invito a leggere con attenzione.

Nicoletta Picchio

ROMA. Un paese che cresce troppo poco. «Su questo occorre concentrare gli sforzi, essere tutti uniti per uscire dalla crisi». Emma Marcegaglia torna sul problema principale che affligge l'economia italiana e che arriva da lontano: «Sono 15 anni che il nostro prodotto interno lordo è inferiore alla media europea, una situazione che sta continuando anche ora».
Bisogna cambiare passo. Ed è di questo che ieri mattina si è discusso nella riunione della giunta di Confindustria, la prima del 2011, oltre che di riforma della contrattazione. Di crescita ed Europa la Marcegaglia ha parlato ieri sera anche al Forum di Davos, nel dibattito con altri manager ed economisti internazionali, soffermandosi sulla necessità di andare avanti su un mercato unico europeo come opportunità di sviluppo: occorre un mercato europeo dell'energia, abolire le barriere tecniche e normative, attuare in pieno la direttiva sui servizi, abolire le barriere fiscali e rafforzare le regole sulla doppia tassazione, evitare protezionismi.
L'economia italiana ne trarrebbe un forte impulso. Proprio ieri è stato pubblicato l'ultimo report del Centro studi, Congiuntura flash. A riprova delle preoccupazioni della Marcegaglia, l'economia mondiale è «tornata vigorosa», il 2011 si presenta come «l'anno della stabilizzazione e della riduzione dell'incertezza». Ma «l'Italia non tiene il passo», afferma il Centro studi, e «fatica ad andare oltre l'1% di Pil». La produzione industriale è sostanzialmente invariata, (-0,3% nel quarto trimestre 2010, +1,1 in novembre), ma complessivamente è del 17,8% sotto i livelli pre-crisi. E nei primi tre mesi del 2011 restano negative le aspettative delle imprese sulle assunzioni, anche se ad ottobre-novembre gli occupati sono saliti dello 0,3 e la Cig è calata a fine anno.
Troppo poco per creare maggiore ricchezza e nuovi posti di lavoro. «L'Italia ha bisogno di essere governata e di fare delle scelte. Non c'è bisogno di conflittualità politica, che non fa bene a nessuno. Tutto il paese ha bisogno di ritrovarsi e di agire, per uscire dalla crisi», ha detto la Marcegaglia, parlando a margine della presentazione di Unindustria, la nuova realtà associativa che riunisce le territoriali di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo: «Un esempio di innovazione che parte dal territorio».

Nessun attacco al governo, ha voluto chiarire, dopo le polemiche seguite alle sue parole di qualche giorno fa, su un'azione insufficiente da parte dell'esecutivo. «Fa parte del normale dibattito. Il ministro Romani ed anche altri hanno capito che la mia volontà non era di attaccare l'esecutivo, ma di sollecitare scelte adeguate per crescere. Abbiamo bisogno di una politica in grado di governare, che non sia afflitta da conflitti continui». Ed ad una domanda se siano da preferire le elezioni piuttosto di uno stallo, la Marcegaglia ha risposto: «Sono due iatture, ma non sta a me dirlo».
Il sistema imprenditoriale ha tenuto, siamo la quinta potenza mondiale e il secondo esportatore dopo la Germania in Europa. Ma ora la priorità è agire al più presto per sbloccare l'economia: «C'è un problema di disoccupazione giovanile, c'è da definire il nuovo patto di stabilità in Europa, dovremo presentare il nostro piano sui conti pubblici e sulla competitività. C'è bisogno di essere uniti». Temi che la Marcegaglia ha ripreso anche ieri a Davos, convinta che un sistema di sanzioni semi-automatico possa essere un buon incentivo per promuovere una disciplina fiscale all'interno del patto di stabilità.
Una delle sfide prioritarie è ridurre la spesa pubblica. Il federalismo, secondo la Marcegaglia, potrebbe essere una riforma positiva se raggiunge questo obiettivo, se avvicina chi governa ai cittadini. «Dobbiamo capire, però, come verrà realizzato e se non porterà invece un aumento delle tasse e delle spese». Sempre sul versante dei conti pubblici, se la presidente degli industriali boccia l'idea di una patrimoniale, pensa alla vendita degli immobili pubblici: «Ci sono 500 miliardi di beni, di cui 385 vendibili. Siamo disponibilissimi ad andare avanti su questa strada».
Intanto sul versante del credito, sono in vista buone notizie per le imprese: con il ministero dell'Economia, l'Abi e le altre associazioni imprenditoriali, ha annunciato la Marcegaglia, si sta definendo una proroga di sei mesi della moratoria dei debiti, che scade il 31 gennaio. Si è quasi raggiunto un accordo anche su un allungamento della durata dei finanziamenti e la possibilità di una copertura del rischio tassi.
Un'attività di Confindustria, quindi, ad ampio raggio, non solo limitata ai temi sindacali, che continua a dare ruolo e peso specifico alla confederazione, come ha sottolineato il presidente degli industriali di Bari, Alessandro Laterza, intervenuto in giunta, con altri imprenditori presenti, sulle analisi critiche dell'ex direttore generale, Innocenzo Cipolletta, «lette con sorpresa e dispiacere».
Nella giunta si è parlato anche dello strappo di Fincantieri, che ha sospeso il pagamento delle quote: una chiarimento che ha aperto la strada, come hanno detto il presidente dell'azienda e quello degli industriali genovesi, Corrado Antonini e Giovanni Calvini, ad una soluzione.

Calata Bettolo: aggiornamento sul cantiere Tecnis al porto di Genova

Dalle news del sito Cogip

Alla presenza di Mimmo Costanzo (consigliere d'amministrazione Tecnis) e Gianguido Babini (direttore tecnico) si è svolto il 19 gennaio il sopralluogo di istituzioni e stampa al porto per di Genova verificare lo stato di avanzamento dei lavori di Calata Bettolo, Ponte Parodi e Ponte dei Mille. A bordo di una motovedetta, l'ammiraglio Felicio Angrisano (comandante Capitaneria di porto di Genova), Luigi Merlo (presidente dell'Autorità portuale di Genova), Claudio Burlando (presidente della Regione Liguria) e Paolo Pissarello (vicesindaco di Genova) hanno visitato il porto passeggeri e il bacino di Sampiardarena.

Il riempimento di Calata Bettolo, opera che fa parte del Piano regolatore portuale, consentirà di disporre di una nuova area contenitori per una capacità di 500-600 mila teu. La nuova realizzazione avrà una superficie di circa 180mila mq e una banchina lunga circa 750 metri. Ciò permetterà l'attracco in banchina contemporaneamente di due mega portacontainer da 15 mila teu. I lavori, realizzati da Tecnis e Boskalis, hanno avuto inizio nel 2009 e oggi sono a circa il 40 per cento del totale. Il cronoprogramma prevede che siano terminati nel 2014.
Durante il sopralluogo, istituzioni e giornalisti sono sbarcati a Calata Bettolo per salire a bordo della draga «Shoalway» che sta operando sui fondali del porto di Genova (dalla foce del Bisagno a quella del Polcevera) e su un'area di fronte a Porto Petroli. Si tratta della più vasta opera di dragaggio mai realizzata nella storia del porto. I materiali dragati, circa 3 milioni di metri cubi, verranno in parte utilizzati per il riempimento dei cassoni, che costituiscono la base del riempimento a mare di Bettolo.

Ai rappresentanti di Tecnis sono arrivati i complimenti di tutti i rappresentanti istituzionali presenti (l'Autorità portuale, committente dei lavori, ma anche Regione, Comune e Capitaneria di porto) «per la qualità, la professionalità e la celerità del lavoro sin svolto in uno dei cantieri più importanti per il futuro del porto di Genova».

mercoledì 19 gennaio 2011

Cantiere al porto di Genova: una mattinata a bordo della draga "Shoalway"

Dalla sezione news-eventi del sito Cogip
Mercoledì 19 gennaio si svolgerà la conferenza stampa a bordo della draga «Shoalway» in attività dal 20 novembre al porto di Genova, nell’ambito del progetto di ampliamento di Calata Bettolo, che l’Autorità portuale ha affidato a Tecnis e Boskalis per la realizzazione di un grande terminal per la movimentazione dei container. Presenti Claudio Burlando (presidente Regione Liguria), Luigi Merlo (presidente Autorità portuale Genova) e l'ammiraglio Felicio Angrisano (comandante Capitaneria di porto Genova); in rappresentanza di Tecnis, azienda di cui Cogip detiene il 50%, Mimmo Costanzo (consigliere d'amministrazione) e Gianguido Babini (direttore tecnico).

L'appuntamento per giornalisti, fotografi e cameramen è alle 10,15 al porto antico all'imbarco della Capitaneria di porto. Alle 10,30 - a bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto - si raggiungerà Calata Bettolo dove è in attività la draga, che ha il compito di riempire lo specchio acqueo antistante l’attuale Calata Bettolo: circa 2.200.000 m³ di materiale da ricavare dagli interventi di dragaggio. Costruita nel 2009, la «Shoalway» garantisce prestazioni e capacità del processo di dragaggio ai massimi livelli, ma assicura soprattutto di ridurre i consumi di carburante e le emissioni di fumi di scarico in atmosfera.

lunedì 10 gennaio 2011

Cantiere Fincantieri Genova: avanzamento all'80%

Con il completamento di tutte le attività compiute da mare, il cantiere Fincantieri è giunto all’80% di avanzamento. I lavori, a cura di Cogip e Tecnis su affidamento dell’Autorità portuale di Genova, sono collocati all’interno dei cantieri navali Fincantieri di Genova Sestri. L’ampliamento del pontile ha la funzione di aumentare gli spazi a terra per lo stoccaggio, movimentazione di materiali utilizzati per l’allestimento di navi. Si è dunque reso necessario l’ampliamento del pontile (attualmente circa 13.000 mq) con una superficie aggiuntiva di circa 272,60 x 47,50 metri. A fine 2010 risultano completate le seguenti attività: prefabbricazione manufatti in cemento armato; infissione camicie per pali; consolidamenti mediante “jet-grouting” (tecnica di trattamento che consiste nella disgregazione del terreno e nella miscelazione dello stesso con cemento mediante getti ad alta pressione); esecuzione pali; posa in opera manufatti in cemento armato (capitelli e travi). Tutte queste lavorazioni, ad esclusione della prefabbricazione eseguita su apposito campo predisposto in aree a terra, sono state realizzate con l’impiego di mezzi (sonde, escavatori cingolati e gru), approntati su appositi natanti (pontoni e chiatte). Si prevede che le restanti attività di completamento della sovrastruttura verranno ultimate in linea con le previsioni contrattuali.