Vi invito alla lettura di un articolo dedicato alla mia storia imprenditoriale, pubblicato dal Corriere della Sera nelle pagine dell’Economia. Disponibile anche nella sezione rassegna stampa del sito Cogip
EMERGENTI LA STORIA DI MIMMO COSTANZO. ORA LA SALERNO-REGGIO CALABRIA E IL PORTO DI GENOVA. DOMANI LO SHOPPING
La scalata del costruttore siciliano
Dall’ impegno politico con Bianco alla guida di un gruppo edilizio da 360 milioni
Trentenne era stato uno dei «giovani» di Enzo Bianco, il sindaco che fece di Catania quell’ Etna Valley che era diventata un caso nazionale. Era assessore al bilancio della sua giunta. «Bianco chiese a tutta la società civile di fare la propria parte», ricorda Mimmo Costanzo, all’ epoca presidente dei giovani imprenditori della città, famiglia impegnata nel settore petrolifero. «È stato un periodo in cui capimmo che si poteva fare qualcosa per la propria città». È in questi anni che Costanzo sviluppa progetti come «Catania imprenditorialità diffusa» (creazione di start-up di nuove imprese), «Bureau vulcano di idee» (che diventerà sportello «InvestiaCatania»), «Caffè concerto» (rilancio settore dell’ entertainment etneo). Oggi, alla soglia dei 50 anni, Mimmo Costanzo è un imprenditore dell’ edilizia con diversificazioni nelle energie alternative e, anche se quell’ esperienza politica si è conclusa («nessuno degli amici di quel periodo ha continuato a fare politica»), dice di aver riportato all’ interno della sua impresa l’ energia e gli stimoli di allora. Una società, la Tecnis, che controlla al 50% insieme al socio storico Concetto Bosco e che fa capo al gruppo Cogip dello stesso Costanzo e del padre Giuseppe. Età media 41 anni, ma un 20% di giovani con meno di 33 anni. Le donne sono il 25% del totale degli impiegati. Alto il numero dei dirigenti. «Quando mio padre mi chiese di occuparmi di Cogip uscivamo da Tangentopoli e sul mercato c’ erano tanti professionisti giovani e validissimi di cui abbiamo potuto avvalerci». Tecnis nasce alla fine degli anni ‘ 90. Dice, però, che non è facile: «Paghiamo – spiega Costanzo – la marginalità del territorio e l’ ostilità, c’ è sempre un pregiudizio iniziale da superare – dice – ma sono ostacoli che si possono superare solo facendo meglio degli altri, rispettando i termini dei contratti e i tempi di consegna. Saper fare le cose senza piangersi addosso». In Sicilia Tecnis, che è attiva nell’ Engineering, Procurement and Construction, realizza solo il 20% dei propri ricavi e ha 400 dei 1.700 dipendenti totali. Lo scorso anno ha avuto 320 milioni di euro nel 2010, quest’ anno stima di raggiungere i 360-380. Nelle classifiche Edilizia e Territorio del Sole 24 Ore era al 22° posto sulle prime 50 imprese del settore nell’ edizione 2010, dieci posizioni più in alto dell’ anno precedente (era 32°). Tra il 2004 e il 2009 Tecnis ha ottenuto due importanti lotti della Salerno-Reggio Calabria, un tratto della Terni-Rieti, la Galleria Scianina Tracoccia (Messina), il ponte di San Donà di Piave, l’ Ospedale San Marco a Catania e l’ appalto integrato per la rifunzionalizzazione del porto di Genova, oltre alla realizzazione del porto turistico di Marina di Ragusa. Progetti sono stati avviati per l’ internazionalizzazione, nell’ Est dell’ Europa e nell’ area del Maghreb, seguendo ciò che hanno fatto altri gruppi del settore «come Salini, che realizza all’ estero il 90% dei suoi ricavi». L’ obiettivo è la crescita, perché Tecnis secondo Costanzo è ancora troppo piccola. «Se Salini e Todini si sono fuse una ragione ci sarà – dice l’ imprenditore -. Stiamo cercando di crescere il più possibile poi vedremo cosa faremo da grandi». Nei piani, dunque, c’ è una fusione o delle acquisizioni. M. S. S. RIPRODUZIONE RISERVATA
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